SOMATIC EXPERIENCING®
Somatic Experiencing® è un metodo creato dal dottor Peter Levine, educatore, teorico di psicofisiologia del trauma, medico e psicologo. Nasce come approccio naturalistico e neurobiologico teso alla guarigione degli stati traumatici e ad altri disordini relativi allo stress. Il suo intento è ristorare la innata capacità di auto-regolazione, il rilassamento, la coerenza psico-fisica e la vitalità. È l’esito di più di 50 anni di studi multidisciplinari di fisiologia, etologia, biologia, neuroscienze, psicologia e pratiche indigene, oltre che da una rigorosa applicazione clinica. Permette di rilasciare la carica dello shock traumatico dal sistema e ripristinare una connessione fluida con il mondo esterno. Offre una cornice in cui valutare se una persona sia bloccata in uno stato di risposta di lotta, fuga o congelamento e provvede strumenti pratici per risolvere questi stati fisiologici cristallizzati.
Il trauma può manifestarsi come uno stress acuto derivante da una minaccia percepita come potenzialmente mortale, ma anche da uno stress cumulativo che può seriamente danneggiare la abilità di funzionare con resilienza, fluidità e presenza. Può derivare da una infinità di fattori stressanti come incidenti, procedure mediche invasive, abusi sessuali, negligenza, guerra, discriminazione razziale, oppressione, disastri naturali, lutti, nascita traumatica o dallo stress cronico dato da paura, conflitto o vergogna cronica.
Il dottor Levine ci insegna che il trauma è intrappolato nel sistema nervoso di chi lo ha subito e che resta quindi in uno stato di sbilanciamento cronico. Somatic Experiencing® aiuta ad accedere alla memoria procedurale corporea risultante dall’evento traumatico e non dalla narrazione della sua storia, di cui non è necessario condividere né rivivere i dettagli. L’obiettivo è dissipare il potere della narrativa e rimappare le memorie corporee al fine riguadagnare la perduta vitalità e la capacità di fluire. Si tratta di un approccio corporeo che affronta i sintomi del trauma creando nuove esperienze fisiche che contraddicono quelle di tensione e impotenza soverchiante. Questo significa che la guarigione non avviene attraverso il recupero dei ricordi o cambiando i pensieri e le credenze su come ci sentiamo, ma esplorando le sensazioni sottostanti e i nostri schemi comportamentali abituali. Le reazioni post-traumatiche sono essenzialmente istintive, sono controllate dal tronco cerebrale e non possono essere influenzate con l’intelletto o la volontà che sono guidate da parti meno profonde ed antiche del nostro cervello. Questo spiega come mai gli approcci cognitivi ed il lavoro con le emozioni possono, forse, migliorare alcuni sintomi ma non possono essere d’aiuto a dissolverli.
L’intento di Somatic Experiencing® è dunque quello di ripristinare le difese innate e naturali che sono state perse con l’evento traumatico, dette anche ciclo di risposta difensivo, allo scopo di riportare la persona ad uno stato ottimale, consapevole ed in grado di accedere alle proprie risorse personali e capacità di autoregolazione.
Mi sono avvicinata a questo lavoro perché le sue tecniche mi sembravano estremamente utili per integrare il processo di Primal che già praticavo, ma anche per sostenere l’insegnamento della meditazione. C’era anche una motivazione personale, in quanto io stessa avevo ricevuto una diagnosi di disturbo post traumatico da reiterato abuso narcisistico. Questo approccio sembrava promettente, dunque, sia per aumentare le mie competenze lavorative (lo ha fatto drasticamente), sia per integrare anni di sforzo personale verso la guarigione. Posso affermare che ha soddisfatto ampiamente entrambi i requisiti.
Per quanto riguarda l’emergere delle esperienze traumatiche durante i percorsi legati alla meditazione, è importante ricordare che questi prevedono spesso un rallentamento fisico se non la pratica della immobilità, oppure tecniche di respirazione intensa, inquiry nella vita personale, tutte cose che possono elicitare sensazioni sgradevoli legate a memorie antiche che vengono rimesse in circolo. È infatti molto più facile tenere fuori dalla consapevolezza gli elementi disturbanti se restiamo molto attivi e lontani dall’ascolto dalle nostre sensazioni fisiche ed emotive, attitudini contrastate dagli stati di presenza aumentata che viene indotta dalla pratica meditativa. Questo lavoro può aiutare anche con gli shock per il risveglio della energia Kundalini.
Le sessioni individuali durano un’ora e possono essere svolte in presenza oppure online.