Ad un anno dalla pubblicazione della rivista Sirio, pubblico il contenuto dell’articolo di febbraio 2023. Buona lettura.
Mi chiamo Chameli Giulia La Sorte e pratico meditazione e metodi di guarigione energetica da moltissimi anni. Reconnective Healing® e la Riconnessione® di Eric Pearl sono stati uno degli incontri formativi più folgoranti della mia vita. Il 2012 era stato un anno terribile a livello relazionale e quando un’amica mi raccontò di aver ricevuto due sessioni di straordinarie, pur non sapendo di cosa si trattasse, mi affrettai a contattare chi gliele aveva date. Lo raggiunsi a Biella, dove praticava, nella speranza di trovare sollievo. L’esperienza del Reconnective Healing® fu senza dubbio da subito estremamente concreta, alleggerente e trasformante, a tratti sconvolgente. In molte tradizioni spirituali si dice che siamo esseri di luce, ma questa resta di solito un’idea astratta anche per chi la accoglie. Per me smise di essere un semplice concetto e diventò un preciso vissuto dopo la sessione che mi immerse in una luce vivificante oltre che in un campo multidimensionale di forze di guarigione.
Eric Pearl, a cui dobbiamo questa meravigliosa scoperta, praticava come chiropratico a Los Angeles, fino a quando i suoi pazienti non cominciarono a manifestare delle guarigioni straordinarie. Queste incredibili capacità, che per lui erano una novità, emersero nel 1993 in seguito a due sessioni individuali che aveva ricevuto e che hanno fatto da base al protocollo ora offerto sotto il nome di Riconnessione personale. Per chi volesse approfondire la storia, è descritta nel libro “The Reconnection. Guarisci gli altri guarisci te stesso”. Da allora il dottor Pearl si è occupato di comprendere e sviluppare il magnifico dono che aveva ricevuto, diffondendolo il più possibile.
In questa sua esplorazione, alla ricerca di risposte per qualcosa che in quanto medico e quindi con formazione scientifica, all’inizio non capiva, comprese di essersi imbattuto in una intelligenza che riportava le persone ad uno stato di coerenza a tutti i livelli, trascendendo tutte le tecniche tradizionali, perfino quelle che lui stesso aveva praticato fino a quel momento. Da parte sua non c’era più necessità di diagnosi, rituali o tecniche elaborate, ma soltanto di presenza e consapevolezza. Ciò che con il tempo emerse è che Reconnective Healing® consiste in uno spettro di frequenze di Energia, Luce ed Informazione che ristora un profondo stato di coerenza e trasforma i nostri corpi, cuori, menti ed anime a tutti i livelli. Dà il meglio di sé quando viene ricevuto senza aspettative precise e praticato con fiducia ed apertura.
L’interazione con questa intelligenza è come un portale che ci connette con un Universo più vasto, responsivo, consapevole e multidimensionale, che potremmo cominciare a percepire nella forma di un campo di forze vivo intorno a noi. In tale campo, che modifica il nostro stato di coscienza ordinario, la nostra evoluzione è un fenomeno spontaneo ed inevitabile.
Una sessione si traduce in un’esperienza di relazione profonda a tre tra il cliente, il facilitatore e una forma di intelligenza non verbale. Ciò che accade è un’alchimia tra questi tre fattori, di cui uno, l’universo vivente, passa dall’essere un’idea piuttosto sfuggente ad un vissuto tangibile in forma di colore, suoni, frequenze (per alcuni codici alfanumerici), che si svelano al ricevente in modo perfettamente calibrato alla sua necessità del momento. In breve, un incontro con luce intelligente, oltre che curativa. Quando parliamo di guarigione o cura, rispetto a Reconnective Healing®, bisogna ribadire che l’esito della sessione potrebbe non manifestarsi sotto forma di quello che pensavamo sarebbe stato meglio per noi o avremmo voluto ricevere. Qualche volta ciò accade, altre volte la guarigione prende strade inaspettate o che all’inizio stentiamo a riconoscere.
Non si tratta di una terapia ma dell’accesso ad un cambiamento a livello esistenziale, ecco perché non ci interessano i sintomi del cliente ma il suo ribilanciamento generale. Durante le sessioni ho spesso visto chi riceveva sorridere o scoppiare a ridere per la felicità nel sentire così concretamente le frequenze con un profondo senso di pace, apertura e gioia. Ogni persona riceverà ciò di cui ha bisogno in forma diversa e persino lo stesso individuo potrebbe avere esperienze completamente diverse in distinte sedute. La percezione di un cambiamento vibrazionale perdura inoltre spesso nel tempo. Si entra in un flusso continuo di miglioramenti, intuizioni e progressi.
Ma perché ci si avvicina alle cosiddette “cure alternative”? Possono esserci problemi di salute che la medicina ufficiale non riesce a risolvere, blocchi relazionali o creativi che sembrano insormontabili. Ciò che è importante comprendere è che gli sblocchi ai problemi che portiamo in sessione potrebbero non seguire le strade che avremmo immaginato. Affatto.
Ricordo una dottoressa che si rivolse a me perché aveva problemi famigliari ed invece ricevette la guarigione dei dolori ossei provocati da due vecchie fratture. Una donna, che voleva migliorare la sua relazione amorosa, ebbe una febbre altissima dopo la sessione, che fece saltare il viaggio per raggiungere il fidanzato all’estero. Si curò di lei quello che poi è diventato l’attuale marito, mentre risultò che la persona che tanto voleva raggiungere la ingannava da anni. La febbre dopo la sessione fu fondamentale per quella svolta, eppure qualcuno avrebbe potuto interpretarla come un fallimento. Talvolta invece le persone ricevono esattamente quello per cui sono venute, sotto forma di indicazioni chiare che arrivano tramite immagini, frasi, intuizioni, a seconda di quale è il canale di ricezione più aperto nel cliente. Altre volte alcune situazioni stagnanti sembrano risolversi magicamente.
Un’anziana cliente migliorò in modo oserei dire spettacolare un grave problema respiratorio dopo un solo incontro, non dovendo più andare in ospedale per un ricovero mensile. Era arrivata da me respirando talmente male da dover dormire seduta sulla poltrona. La mattina dopo il nostro incontro, i vicini di casa, abituati al russare fortissimo che produceva, le sfondarono quasi la porta convinti che fosse deceduta nel sonno, mentre per la prima volta dopo anni aveva potuto dormire nel suo letto. Chi legge penserà che sia stato un grande successo, ma l’anziana signora riceveva una grande attenzione durante i suoi ricoveri mensili, ed essendo piuttosto sola, sentirsi meglio le aveva fatto perdere un grande vantaggio secondario della sua malattia, ricevere considerazione. Pertanto non fu mai felice di essere guarita. Credo che i lettori avranno già capito dove voglio arrivare. Eric Pearl ha avuto modo di dire ripetutamente che una seduta ha successo se si ottiene qualcosa che si voleva, ma ne ha molto di più se accade qualcosa che non avremmo neanche saputo desiderare. Non sempre, infatti, abbiamo in mente il quadro più ampio della nostra vita e quello che crediamo sia il meglio per noi potrebbe non esserlo affatto. Inoltre, quello che vogliamo o crediamo di volere è condizionato da moltissimi fattori. L’attitudine migliore con cui approcciarsi al Reconnective Healing è dunque quella della fiducia nel fatto che un vero progresso di vita potrebbe anche tradursi in dover recidere i nostri attaccamenti a relazioni tossiche, abitudini poco sane, cambiare la nostra immagine di noi stessi, fare in fin dei conti un atto di apertura maggiore alla vita e quindi all’ignoto.
Dal punto di vista pratico, durante la sessione il cliente si sdraia su un lettino e riceve le frequenze per una durata di 30 minuti. È necessario solo togliere le scarpe e rilassarsi ad occhi chiusi. Il contatto fisico non è previsto. Se lo si desidera si può condividere con l’operatore la motivazione che ha spinto a chiedere una sessione di Reconnective Healing, ma di fatto non è necessario, non si tratta di una pratica facilitatore-dipendente, fatto salvo ovviamente che il professionista deve garantire la sua totale presenza, apertura e professionalità e che deve essere un operatore certificato. È importante sapere che Reconnective Healing® non va mescolato con altre tecniche e che l’operatore non è un channeler, non fa una lettura energetica o diagnosi, aiuta semplicemente il cliente a condividere e mettere in parole quanto ricevuto alla fine della sessione. Uno dei motivi per cui amo questo lavoro è proprio perché non risente dei miei limiti umani come operatrice e mi aiuta a stare in uno spazio di presenza meditativa, fiducia ed apertura.
Essendo le frequenze Reconnective Healing® al di là del tempo e dello spazio, le sessioni possono essere svolte non in presenza. Si ottiene il massimo facendo un ciclo di tre incontri a breve distanza di tempo, ma non è obbligatorio, anche una sola sessione può dare grandi frutti.
La Riconnessione invece utilizza le frequenze di Reconnective Healing, ma è molto precisa nella sua applicazione, svolgendosi mediante un protocollo focalizzato che ricollega la griglia energetica dei meridiani corporei con le linee di forza del pianeta Terra e la griglia universale di tutte le dimensioni del tempo e dello spazio. La mancanza della consapevolezza di appartenere ad un campo più vasto, vivo e informato, è parte integrante della nostra erronea percezione di noi stessi come esseri completamente separati dal contesto e non interdipendenti. Esattamente come per un cervello pienamente funzionante serve un sistema corporeo che faccia circolare rapidamente le informazioni in modo coordinato, così la nostra sensazione di separazione dal resto dell’Universo rallenta la circolazione di quella sostanza spirituale essenziale che noi percepiamo come luce e di cui siamo composti. Possiamo vivere con questa sensazione di disconnessione dal resto del Cosmo per intere esistenze, ma il nostro sistema non è al massimo del suo potenziale, un po’ come se andassimo in giro bendati, privati di una fonte di informazioni enorme.
Ricevendo la Riconnessione®, si ritrova l’accesso ad un sistema di intelligenza transdimensionale eterno, cogliendo l’opportunità di ottenere un impulso verso la realizzazione del proprio completo potenziale umano. Prenotare la propria Riconnessione® è una scelta attiva nella direzione di cogliere il meglio con ciò che si è appreso attraverso molte vite, in questa dimensione ed oltre, innescando un processo che si svela nel tempo attraverso nuove scelte sempre più evolutive. Reintegrare degli aspetti perduti può significare molte cose: maggiore chiarezza, più equilibrio tra la parte maschile e femminile dell’essere, una spinta creativa rinnovata. Tramite l’inclusione di aspetti di sé negletti, apportiamo chiarezza, pronta progettualità e intento, allargamento delle possibilità espansive prese in considerazione. Gli esiti sulla nostra vita possono essere decisamente pratici e riverberare sui nostri processi creativi, si esplichino essi in azienda, nello studio o in percorsi artistici.
La Riconnessione® è effettuata in due sessioni separate che vanno praticate idealmente in due giorni consecutivi e al massimo a due notti di distanza. A differenza di Reconnective Healing® bisogna essere in presenza.
Mentre è idealmente possibile ricevere Reconnective Healing® tutte le volte che se ne sente il bisogno, la Riconnessione® invece si fa una sola volta nella vita ed è una precisa scelta di accelerazione evolutiva. Si consiglia fortemente di intraprenderla dopo aver ricevuto almeno una sessione di Reconnective Healing®.
Personalmente, ho ricevuto la mia Riconnessione nel 2014. In seguito ad essa, per parecchi giorni, ho percepito chiaramente, come una conoscenza integrale a tutti i livelli, di essere composta di luce. Non si trattava più di un concetto metafisico, era reale come la sensazione di avere due gambe. Lentamente, nei mesi a seguire, ho cominciato a cambiare il rapporto con il mio corpo, mentre in modo molto più drammatico e veloce quello con il lavoro tramite una maggiore esposizione sui social network. Infine, ma non per importanza, è irrimediabilmente crollata l’intera impalcatura di credenze metafisiche e condizionamenti spirituali limitanti che portavo dal passato (anche quello piuttosto remoto).
La sensazione basilare di essere espressione di un universo vivente sottilmente intelligente mi ha dato un profondo senso di centratura, che in parole semplici si può tradurre come sentirmi a casa ovunque io sia. La realizzazione di essere luce, senza fronzoli spirituali, ma come dato di fatto, ha cambiato anche il senso di separazione che sentivo tra materia e spirito. Tutto questo ovviamente si è tradotto in scelte pratiche, moltissime delle quali a livello lavorativo, ancora in evoluzione.
Quando un cliente mi chiede di essere riconnesso, mi sento profondamente onorata e allo stesso tempo curiosa, in quanto so che io ripeterò lo stesso protocollo precisamente per ciascuno ma quello che accadrà sarà sempre, straordinariamente nuovo e declinato sulla persona. Grazie alla Riconnessione® alcune persone hanno una vivida sensazione di presenze di luce, talvolta anche cari estinti, che accompagnano me e loro attraverso le due sessioni, aiutando. Sentono un profondo ribilanciamento e una maggiore integrazione. Se sono sbilanciati in direzione materiale hanno esperienze spirituali, se lo sono in senso spirituale hanno esperienze corporee nette. Possono vedere spezzoni del passato, di queste o altre esistenze che li condizionano e arrivare a riconciliazioni o scioglimenti di tensione drammatici. Alla fine, c’è sempre una maggiore pace, la sensazione di essere guidati, di non essere davvero soli, di avere una nuova speranza di rinnovamento.