Cominciamo citando l’opportuna definizione di Bonnie Greenwell, che descrive Kundalini come l’aspetto energetico del risveglio spirituale. Kundalini è un termine sanscrito che identifica il sorgere di energia e consapevolezza lungo la spina dorsale. Questa forza normalmente giace addormentata alla base della schiena ed è la fonte della spinta vitale. Può risalire spontaneamente, a seguito di pratiche meditative o dello yoga, oppure per trasmissione diretta. Il suo risveglio provoca un vasto spettro di fenomeni, come scuotimenti fisici, vibrazioni, movimenti spontanei, visioni e molti altri fenomeni ed è seguito generalmente da cambiamenti di vita. Tende a dissolvere vecchie prospettive, limitazioni, schemi comportamentali e le illusioni del Sé separato. Si tratta di un potenziale umano che tuttavia può anche non risvegliarsi mai.
Nel discorso pubblico in merito al risveglio di Kundalini viene promossa moltissima paura, in parte giustificata, in parte no. Se alcuni che ne hanno subito la risalita in modo involontario raccontano di sintomi fisici e mentali invalidanti, c’è poi tutta una serie di persone che hanno avuto esperienze di attivazione sicuramente dirompenti, ma non distruttive. In questo articolo cerchiamo di capire i motivi che potrebbero creare questa differenza nel vissuto.
L’energia, seguendo la mappa del corpo umano, è stata divisa tradizionalmente in superiore ed inferiore, celeste o demoniaca a seconda che vibrasse maggiormente nei nostri chakra inferiori o superiori, secondo il vecchio pregiudizio per cui la parte bassa del corpo, essendo collegata alla sopravvivenza e al sesso, fosse impura e da evitare per i ricercatori spirituali. Pertanto, “vibrare in alto”, come spesso si invita a fare nella new age, significherebbe portare la propria consapevolezza soltanto dal cuore in su, ovvero nei punti del sistema energetico collegati agli aspetti del divino o dell’amore evitando ad esempio le cosiddette “emozioni negative” come rabbia, paura e tristezza, invece di affrontarle e trasformarle. Di recente la definizione “bypassing sprituale”, ha descritto questo fenomeno in modo estremamente valido.
Tuttavia, se pensiamo alla nostra spina dorsale e a come essa congiunga la testa alla base del corpo, ci accorgiamo che questo spezzettamento dell’essere in parti buone e cattive è illusorio, un po’ come se pretendessimo di suonare un flauto che non presentasse la nota do in quanto la demonizziamo. Oltre ad essere una scelta opinabile, tagliare fuori la parte inferiore dei nostri corpi dal nostro vissuto spirituale ha creato molta sofferenza, odio del corpo, del femminile vissuto come apportatore del principio materiale e per estensione disprezzo e sfruttamento del mondo animale e della terra. La percezione dell’esistenza come divisa tra alto e basso, peccaminosa o celestiale e la teorizzazione della materia come emanazione dello spirito, corrotto attraverso la discesa nella realtà densa, ha fatto estendere all’intero pianeta “sotto i nostri piedi”, l’idea di una valle infernale, di una dimora temporanea totalmente avulsa dalla luce divina. Non dobbiamo stupirci, dunque, di aver trattato l’intero pianeta come una pattumiera, esattamente come facciamo con i nostri corpi e la nostra sessualità. Per quanto in Occidente ci consideriamo estremamente progressisti nelle idee e nei costumi, ci si stupirebbe di sapere quante superstizioni o idee collegate alle vecchie religioni siano ancora vive e vegete nel pensiero new age o nella variegata spiritualità contemporanea.
Il primo problema che vorrei affrontare rispetto alla risalita di Kundalini è che, essendo arrotolata alla base della spina dorsale, difficilmente si risveglia senza sollecitare sensazioni fisiche che possono essere anche sessuali e sicuramente smuovono molto la parte inferiore del corpo. Ci serve qui fare un importante inciso il cui scopo capiremo in seguito. Moltissime pratiche spirituali evitano tuttora come la peste le sensazioni fisiche ed emotive collegate al sesso e dal mio punto di vista, così facendo, sono direttamente responsabili di un’epidemia di ciarlatani dediti a propositi basati su sistemi opposti, che mettono sotto il nome di “Tantra” percorsi di gruppo o individuali discutibili e pericolosi, per via della mancanza di scrupoli o reali intenti di crescita di insegnanti e partecipanti. Sotto il nome di Tantra troviamo in realtà un corpus di conoscenze molto antiche e complesse nate in India, che attualmente sono state estremamente semplificate in occidente collegandole a forme di “attività sessuale alternativa”, venduta all’interno di falsi percorsi spirituali. Questi ciarlatani, il cui business gira intorno al denaro e all’abuso, attirano però fornendo false risposte (ma almeno fingendo di rispondere) a quelle istanze umane collegate al desiderio sessuale, piuttosto che a quello di trovare partner con gli stessi interessi, a cui il puritanesimo delle vecchie scuole non pare dare risposte concrete che non siano l’astinenza.
Si tratta di un vero peccato in quanto se si ha la fortuna di incontrare veri maestri su percorsi seri come quello del tantra shivaita kashmiro, le possibilità di crescita personale e spirituale sono ineguagliabili. Non c’è alcun modo, infatti, di evitare la propria energia sessuale e restare sani fisicamente e psicologicamente, a meno di non saperla indirizzare verso l’alto, ma ciò presume comunque di averla sentita, accolta, amata ed utilizzata prima come strumento spirituale. Troviamo le prime menzioni sulla Kundalini appunto negli antichi testi tantrici.
Per Kundalini si intende quindi una potenza transpersonale che dorme nella maggior parte dell’umanità, arrotolata alla base della spina dorsale. Viene descritta come un serpente, in quanto una volta attivata la percepiamo come un’onda di energia in salita, generalmente dalla zona genitale o sacrale, che compie un movimento ondulatorio avanti ed indietro esattamente come un cobra davanti ad un incantatore. Dico generalmente, perché chi ha tagliato fuori dalla propria percezione in modo molto specifico la parte inferiore del proprio corpo, potrebbe sentirla muoversi solo in alto, dal petto in su. Durante questa ondulazione quella che potremmo percepire come la testa del serpente provoca degli scossoni fisici molto intensi e tira dei colpi dall’interno nelle zone classicamente associate ai chakra. Questo “bussare” dall’interno sui chakra, tipico della kundalini in salita, non è affatto doloroso, ma tende ad insistere specialmente sulle aree del nostro sistema psicofisico e spirituale che richiedono lavoro consapevole. Nel fare ciò, oltre a movimenti fuori controllo, può causare un rilascio emozionale o immagini, provocando l’emissione di suoni emotivi o sessuali (diventando talvolta un’esperienza intensamente orgasmica di tutto l’essere, in realtà molto più forte di quanto conosciamo nella modalità ordinaria e meravigliosamente autosufficiente).
Sappiamo che intorno al risveglio dell’energia Kundalini ci sono molte paure per via di grossi problemi avuti dai praticanti cui si è risvegliata “troppo presto” o che hanno avuto forme di inflazione dell’io in seguito alla sua attivazione, pensando di essersi illuminati o andando in franchi stati di allucinazione e psicosi. Quello che non viene detto è che ciò ha forti possibilità di accadere se il praticante:
- Non ha alcuna dimestichezza con il materiale inconscio che è represso nei suoi chakra inferiori: sesso, dolore, rabbia, paura, traumi. Quando Kundalini comincia a salire, lo fa anche il materiale inconscio.
- Giudica le sue emozioni negative, è terrorizzato dalla sua energia sessuale, teme le scosse di energia nelle parti inferiori del corpo, non riconosce l’energia come sua e si fissa di essere posseduto, che sia dal male o dal divino. Questo può accadere in particolare quando Kundalini si presenta con movimenti autonomi del corpo, inarcamenti potenti della schiena e perfino la messa in posa in posizioni yoga precedentemente sconosciute. Molti di questi movimenti spontanei assomigliano a quelli dell’atto sessuale e possono verificarsi potenti “orgasmi” non localizzati esclusivamente ai genitali.
- È circondato da persone che temono, patologizzano o sono totalmente ignoranti rispetto alla esistenza della energia vitale pura. Rivolgersi a medici non informati sul risveglio di Kundalini può trasformarsi nell’inizio di una cura psichiatrica non necessaria! Perfino psicologi avvezzi ai mondi dell’energia alternativa o devoti di religioni orientali che riconoscono teoricamente il fenomeno della Kundalini potrebbero non essere di alcun aiuto. In generale non lo è nessuno che non abbia conosciuto ed accolto nel suo stesso sistema questa energia e che abbia, nonostante il lavoro effettuato magari in psicoterapia, ancora paura della espressione di energie in maniera franca e potentemente fisica. Le ondulazioni potenti e i movimenti del bacino poi smuovono in tutti le repressioni e le paure sessuali, anche in coloro da cui non ce lo aspetteremmo.
- Vede la pratica meditativa come un mezzo per abbandonare il fisico, vissuto come sporco, peccaminoso, demoniaco e quindi usa le esperienze nei chakra superiori come mezzo per scindersi ulteriormente, il che produce quasi invariabilmente forme psicopatologiche e deliri spirituali…
- Non capisce che qualsivoglia esperienza divina, allucinatoria o meno, abbia quando questa energia si libera non è “sua”, non significa che è illuminato o arrivato, non lo rende speciale, né una guida spirituale. Semplicemente avrà attiva una funzione che per motivi misteriosi (ma certamente saggi) i nostri avi hanno deciso di tenere sottochiave o riservare agli iniziati.
Come dice la Maestra tantrica Ma Ananda Sarita, la fluidità emozionale è un prerequisito per il risveglio dell’energia Kundalini. Possiamo immaginare il corpo come un fiume di emozioni congelate, di movimenti non espressi che si sono solidificati come roccia nei muscoli. Questa sorta di armatura impedisce anche alle energie più sottili di muoversi nel nostro sistema.
Se pensiamo di poter attivare la Kundalini volontariamente, senza fare i conti anche con quanto di represso e negato c’è in noi stessi, vale a dire se vogliamo solo una esperienza estatica o la sensazione di essere speciali, è meglio non percorrere la strada del suo risveglio, a meno che ovviamente non ci troviamo ad affrontare una risalita spontanea che non prevede una scelta cosciente.
Un modo sicuro di procedere in modo preparatorio è quello di insistere a lungo (per anni) con un lavoro di catarsi, consapevolezza emozionale, respirazione, in particolare all’interno di una terapia bioenergetica e intensa meditazione, prima di pensare alla pratica per il risveglio di Kundalini o alla sua attivazione per mezzo di trasmissione diretta o Shaktipat. Per semplificare moltissimo la spiegazione di cosa sia una trasmissione vi chiedo di immaginare di avere una candela spenta e di andare da qualcuno che, semplicemente avvicinando la sua candela accesa alla vostra, dia fuoco allo stoppino con la sua fiamma già ardente. Il processo di attivazione diretta da una persona ad un’altra funziona nello stesso modo.
In generale la regola per trovare un buon facilitatore, in tutti i campi, è che abbia fatto molto lavoro su sé stesso e si presenti umilmente, senza velleità esagerate.
In caso invece di risveglio spontaneo, è opportuno cercare aiuto di qualcuno che abbia VERAMENTE vissuto questa esperienza, non sia bigotto o spaventato e magari ci insegni a rimanere ben ancorati a terra, presenti nel nostro corpo ed umili. In caso di risveglio spontaneo a seguito di shock spirituali o fisici consiglio di cercare un praticante esperto (anche di energie sottili) di Somatic Experiencing.
A cosa serve svegliare questa potente energia individuale? Non certo solo a goderci i fenomeni psichedelici che provoca, ma ad aprire il nostro intero canale energetico interno. Arrivando alla sommità della testa Kundalini generalmente produce sensazioni di devozione ed unione intensa con il divino e così facendo ci apre ad un altro flusso, stavolta in discesa e generalmente riferito come Grazia.
Questa Grazia, che in Oriente si ottiene anche attraverso la trasmissione di Shaktipat da parte di un insegnante attivato, è una palpabile energia estatica che sentiamo come una profonda benedizione, amore e luce che scende su di noi e può essere esperita in qualsiasi momento, anche in mezzo alla natura. L’effetto è armonizzante, come se ci riallineasse al nostro posto nell’universo. La possibilità di ricevere questo flusso, che in realtà è perennemente rilasciato nell’esistenza da una fonte inesauribile di vita, è direttamente proporzionale all’apertura del nostro sistema anche se, paradossalmente, non sono i nostri sforzi coscienti a farla discendere. Tuttavia, senza il duro lavoro di apertura del nostro sistema la discesa della Grazia diventa una eventualità rara o di portata limitata.
Un altro “problema” del risveglio di questa forza è una sorta di percezione potenziata di quanto è falso nella propria vita o in generale nel mondo esterno. Dopo la mia prima esperienza di risveglio della Kundalini passai due giorni molto difficili in cui mi sembrava di vedere solo la mia falsa personalità e anche quella di chi avevo intorno e financo dei passanti per strada. Anche questa potrebbe risultare una visione spaventosa, in quanto potremmo mettere in discussione in modo drammatico le nostre vite o l’intero senso della realtà. Consiglio di non prendere mai decisioni drastiche o, meglio, di non prenderne di alcun tipo fino a quando l’esperienza si integra e diventa meno impressionante. Probabilmente si metteranno in moto eventi che conducono a concludere delle situazioni lasciate in sospeso e arriveranno delle comprensioni più profonde della propria realtà.
Una volta che Kundalini è risvegliata può semplicemente diventare parte della nostra vita e attivarsi quando siamo rilassati, quando stiamo ricevendo un trattamento come un massaggio, quando siamo con la persona che amiamo o se lo vogliamo attivamente. Basta pensare a lei per ottenerne la risalita. Il suo risveglio, all’inizio alquanto drammatico, finisce con il tempo per perdere la connotazione soprannaturale e questa energia diventa semplicemente una facoltà risvegliata ed integrata, senza alcun tipo di “poteri” straordinari a seguito. A quel punto l’esperienza dell’innalzamento è quella di essere attraversati da una pura energia vitale. Quando Kundalini si muove nei primi chakra è possibile sentirsi uniti a tutta la vita su questo pianeta in modo estremamente fisico e deliziosamente animale, mentre in risalita apre ad esperienze di lucidità, intuizione ed intensissima devozione. In generale, come con tutte le energie transpersonali, se capiamo bene che non le possediamo, non hanno a che fare con l’essere straordinari o santi (in questo vado contro alla letteratura tradizionale in merito) ed impariamo ad usarle, si integrano meravigliosamente nella nostra quotidianità e perdono il loro carattere mitico, in quanto comprendiamo di essere decisamente più vasti e complessi di quando eravamo identificati con la pura esperienza mentale ordinaria.
Il risveglio della Kundalini è un processo che può durare anni ed è importante sapere che quando si risale non ci illuminiamo affatto automaticamente. Se vogliamo rimanere sani, è di primaria importanza continuare ad essere onesti su chi siamo e dove siamo anche se viviamo esperienze che non sono note alla “massa”, se non apertamente negate da chi non le ha mai esperite ed è immerso in una visione molto mondana o “scientifica” nel senso del main stream.
Allo stesso modo è importante sapere che non è necessario essere vegani, vegetariani, sessualmente inattivi o continenti perché questa energia possa risalire. Tutte queste idee sono false. Quello che è veramente necessario è essere su un percorso di consapevolezza, che può o non può comprendere questi comportamenti. Posso infatti essere vegetariano e assolutamente inconsapevole o continente e assolutamente bloccato. Come sempre l’autenticità delle intenzioni vale molto più dei comportamenti esterni.
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