Il 20 febbraio 2025 un gruppo di amanti dell’arte si è incontrato alla Galleria Scoglio di Quarto a Milano per fare una esperienza immersiva con i quadri di Leonilde Carabba. Leonilde ed io condividiamo lo stesso Maestro, Osho, ed una vecchia e consolidata amicizia, per cui mi ha fatto l’onore di invitarmi a condurre un esperimento abbastanza atipico, ovvero un incontro con l’arte attraverso la meditazione. Non è stato difficile per me concepire come guidare questo viaggio, in quanto l’arte di Leonilde Carabba già in sé evoca l’apertura dello sguardo all’universale. Le sue opere sono un portale, un richiamo al rispecchiamento microcosmo/macrocosmo, a spalancare gli occhi in meraviglia verso il firmamento, ad interrogarci sulla danza tra luce e oscurità.
Ogni partecipante è stato quindi invitato a sedersi davanti ad un’opera a scelta delle dodici opere esposte. In un primo momento ci siamo orientati ad aprire la consapevolezza alla percezione dello spazio con gli occhi chiusi, poi li abbiamo aperti per ricevere l’opera, lasciandola emergere nella coscienza attraverso la visione globale, che non prevede l’aspetto analitico. Soltanto alla fine ci siamo focalizzati nell’esplorare le sensazioni e le emozioni, molto personali, date dagli aspetti di forma e di colore. L’idea era quella di incontrare sé stessi attraverso l’arte, di entrare in intimità con un’opera e con il mondo interiore che smuove. Si è osservato infatti che normalmente, in un museo, le persone passano da 10 a 30 secondi davanti ad un quadro, per vari motivi tra cui il desiderio di vedere tutto, ma anche la fatica e l’affollamento. La serata immersiva quindi ha permesso di potersi rilassare in una osservazione più profonda, in una modalità atipica per una mostra.
La serata è terminata con una ricca e vivace chiacchierata pubblica tra l’artista, la critica d’arte Cristina Rossi e il pubblico.
Foto di Mario La Fortezza
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