Mi è capitato di sentirmi dire da più clienti che talvolta si sentono persi di fronte alle decisioni da prendere in merito al proprio percorso di crescita personale.
Internet ci permette di entrare in contatto con informazioni vitali e soprattutto di trovare persone che fanno il nostro stesso percorso spirituale rivelandosi un aiuto specialmente per chi vive esperienze di stati di coscienza non ordinari in modo spontaneo. Poter trovare in tempi brevissimi testi, articoli, video che trattano gli argomenti ricercati è un lusso che chi ci ha preceduto non aveva. Se facciamo l’esempio dei viaggi extracorporei, le persone che non hanno avuto l’accortezza di tacere sulle loro esperienze fuori dal corpo in passato riempivano i manicomi, come dice Robert Monroe nel suo libro “I miei viaggi fuori dal corpo”. Tuttavia, grazie alla rete, sempre di più hanno la possibilità di confrontarsi, anche se abitano in nazioni molto lontane.
Allo stesso tempo ci troviamo davanti ad una offerta di percorsi esoterici e spirituali senza precedenti e siamo disorientati e pieni di dubbi in una società sempre più scientista, che ridicolizza qualsiasi possibilità di vita sfugga alle sue “misurazioni” e attacca qualunque afflato verso l’invisibile. Eppure, nonostante diplomi e lauree scientifiche, molti di noi “sentono”, che potenzialmente una forma di sapere materialista si potrebbe affiancare senza problemi a forme di studio e pratica di dimensioni interiori non misurabili con un encefalogramma o una risonanza magnetica. Tanti già praticano in entrambi i mondi, salvando libertà e reputazione.
Ovviamente una buona parte della offerta e del marketing spirituale consta di ciarlatani più o meno in buona fede. Per ciarlatano in buona fede intendo chi, vissute determinate esperienze, si autoconvince di essere speciale ed arrivato e decide quindi di vendere le sue conoscenze in workshop o sessioni individuali, senza che il suo percorso individuale sia minimamente maturo. Poco cambia se le sue motivazioni sono fare soldi senza andare a lavorare o pericolose illusioni personali. Inutile colpevolizzarsi, quando si inizia un percorso spirituale e non si ha una guida valida, è impossibile distinguere sia la direzione da intraprendere, che il proprio giusto punto di partenza, che gli esperti più adatti e realmente preparati. Proverò quindi a stilare una mini guida per vedere di facilitare il compito.
Intanto, le motivazioni per cui cerchiamo aiuto e le direzioni in cui lo facciamo, sono fattori determinanti della piega ed efficacia che prenderà il nostro percorso. Se è vero che il motore della ricerca interiore è quasi sempre una forma di dolore, vuoto esistenziale, mancanza di senso, gli strumenti con cui scegliamo di darci delle risposte sono molteplici. Delusi dalle religioni tradizionali o da qualsiasi forma di religione organizzata non sappiamo bene a chi rivolgerci.
Si potrebbe cercare una terapia di gruppo sperimentale, un ashram di meditazione che fa riferimento ad un guru specifico, il praticante di una forma di guarigione energetica riconosciuta, perfino uno psicoterapeuta che affianchi ad una pratica socialmente riconosciuta altri strumenti a cui si è mantenuto mentalmente aperto. L’importante è comprendere che come esseri umani funzioniamo a più livelli e che questi livelli potrebbero avere necessità di percorsi diversi in tempi diversi. Altro punto fondamentale, quello che funziona per una persona potrebbe non funzionare per l’altra, quindi no, non esiste un percorso unico e definitivo, non esiste la verità assoluta.
Non è assolutamente detto che un percorso di guarigione spirituale permetta di saltare o evitare un percorso di psicoterapia o auto indagine in varie forme. Personalmente tengo in grande conto le psicoterapie o i lavori “bottom up”, ovvero incentrate sulla dimensione corporea, perché in questo momento storico l’umanità sta perdendo sempre più contatto con il corpo, indipendentemente dalla maggiore libertà sessuale e dai costumi meno rigidi. Veniamo da un condizionamento millenario sul corpo come peccato, in una cultura in cui la mente viene esaltata e considerata in netta separazione con la dimensione biologica. Se la moderna psicologia sta riempiendo questo solco, ci vorrà molto tempo perché le nuove conoscenze diventino senso comune. Quando si comincia a meditare ad esempio, si può essere convinti di arrivare velocemente a qualche forma di Nirvana dal sapore misterioso ed orientale, con la sola applicazione di una tecnica. Si finisce invece per confrontarsi con tutto il mondo interiore di traumi e paure che teniamo normalmente sotto controllo attraverso l’iperattività anche digitale e che il rallentamento e il silenzio di una meditazione sospendono, obbligandoci ad un pericoloso confronto con la versione non instagrammabile di noi stessi. Qualcuno che ci aiuti ad analizzare, capire, sentire, trasformare queste istanze, inscrivendole in un percorso di comprensione più vasto della propria esistenza, sarebbe molto prezioso e spianerebbe la strada alla padronanza di noi stessi. Veniamo illusi di poter fare tutto da soli o con delle app, ma ovviamente è falso.
Una volta attraversata con consapevolezza la nostra storia infantile o personale, o anche parallelamente, è possibile anche sperimentare altri livelli di conoscenza di sé e pratiche considerate rischiose, come ad esempio il risveglio della energia Kundalini. In caso contrario le ricerche in campo esoterico o spirituale diventano spesso solo fughe dalla sofferenza o fantasie, o ricerche di sensazioni speciali per evitare emozioni difficili, come vuole la moderna visione scientifica. Inoltre, se non si è esplorata la dimensione del rapporto con genitori e figure di autorità, siamo più proni a scegliere di praticare con persone sbagliate o che non fanno per noi, non sapendo distinguere quali sono i giusti confini, come non idealizzare e quanta libertà interiore mantenere in un rapporto straordinariamente e inevitabilmente sbilanciato come quello che abbiamo con un insegnante spirituale.
È pratica comune di moltissime scuole spirituali dire che il lavoro psicologico è inutile perché la mente va trascesa. Se è vero che ci sono stati di coscienza molto lontani dalla nostra rassicurante attività mentale ordinaria, è meglio cercare di raggiungerli con chiarezza e competenze che derivano anche da lettura e studio. Parimenti solo accumulare concetti e lambiccarsi a conciliare spiegazioni che si contraddicono tra di loro non sostituisce la pratica meditativa e la conoscenza diretta degli stati energetici che ci porta a vagliare attraverso la nostra esperienza quanto descritto da altri.
Non credo sia possibile evitare completamente il problema dell’incontrare una “guida sbagliata”, in quanto la discriminazione viene da un accumulo di esperienza e l’esperienza è notoriamente un susseguirsi di successi ed errori fallimentari; pertanto, non c’è niente di male ad attingere da più scuole e più insegnanti fino a trovare qualcosa che funzioni bene per noi la maggior parte del tempo. La esplorazione interiore è potenzialmente infinita, pertanto, una buona regola potrebbe essere evitare accuratamente chiunque si definisca “arrivato” in modo definitivo ad uno stato di perfezione umana. Per quanto banale, questa accortezza taglia fuori moltissimi ciarlatani. Un’altra avvertenza è quella di evitare i percorsi che si auto eleggono come definitivi, unici, insuperabili, verità assolute. Per quanto eccellente una scuola non vi trattiene, lega e convince di essere l’unica via. Se ci sono questi ingredienti si viene subito privati di libertà intellettuale e personale ed è il primo segnale di essere nel posto sbagliato. Qualunque persona o scuola seguirete, aumenterà la vostra libertà intellettuale e il vostro senso di agency, se ciò non accade sul lungo periodo, ancora una volta siete nel posto sbagliato.
Quindi il mio consiglio è, lavorate nelle direzioni che vi attirano, ma sempre sapendo che non c’è alcun percorso che possa prescindere da una reale rielaborazione della vostra infanzia e conoscenza dei vostri meccanismi mentali, reattivi e fisici legati al percorso biografico. Inutile lavorare sulle vite passate se rifiutate di affrontare le dinamiche famigliari di questa esistenza. Scegliete quindi strade che si affianchino, si completino e non si escludano a vicenda, non escludano né il corpo né la comprensione intellettuale. Lavorate con esperti diversi, ma mantenendo una continuità interiore per quanto riguarda il percorso. Leggete più libri ma rimanendo liberi da una visione dogmatica, ascoltate più maestri, infischiatevene di confondervi perché alla lunga e quasi di colpo, un giorno smetterete di essere confusi. La vostra esperienza individuale sarà la vera guida, il grande organizzatore di tutto il percorso personale. Si creerà un centro interno che diventerà la voce da seguire.
Per ogni strada che si intraprende, oltre alle promesse del suo marketing, è importante anche capire da dove viene, da chi viene, che premesse ha, come è nata, con che motivazioni. Parallelamente è bene chiedersi cosa ci attira, perché scegliamo proprio quello, cosa speriamo di trovare e quali sono le nostre aspettative. Se proprio non si sa da dove iniziare, farlo sempre dal corpo. Meditazione in movimento e attiva, lavoro somatico sul trauma dove ce ne fosse bisogno, lavoro sul bambino interiore, danno solide basi per affrontare ogni passaggio.