Durante il 2014, quando ho fatto il mio training come Foundational Pratictioner di Reconnective Healing e Riconnessione, ho notato quanto variegato fosse il pubblico dei partecipanti. Io venivo da 22 anni nel mondo di Osho ed era la prima volta che facevo qualcosa di così importante al di fuori di esso.
Ero abituata a gruppi di meditazione molto piccoli, che se pienissimi raggiungevano circa 80 partecipanti, mentre nel bellissimo albergo di San Donato Milanese dove si teneva il Corso per Foundational Pratictioner contavamo circa 400 persone in training. Non si trattava necessariamente di meditatori, terapisti o persone che erano già abituate a qualche forma di auto indagine o pratica di guarigione, come ero abituata a vedere. Alcuni erano alla loro prima e grande avventura nel mondo dell’energia spirituale, chiamati da qualcosa di indefinibile che li portava ad arrivare a Milano fin dalla Russia, dalla Norvegia e da tutta Europa. Erano presenti anziane signore pensionate, ragazzi giovanissimi, persone dal colore di pelle di tutte le sfumature. Le professioni rappresentate andavano dal giornalista al camionista, alla casalinga, all’estetista e alcuni provenivano dalle professioni sanitarie.
Chiunque fossero erano ad occhi spalancati, si guardavano le mani stupefatti e tutti erano immersi nel magnifico mondo delle frequenze e felici davanti ad una porta aperta sull’infinito. Un cosmo di scoperte meravigliose a proposito di sé stessi e sulla multidimensionalità della vita faceva capolino nelle nostre esistenze per cambiarle per sempre.
Non era stato necessario alcun requisito per arrivare lì e io mi trovai a pensare, ehi, ma questa è una retata! Una retata di individui diversissimi che convergevano in un unico punto e all’improvviso giocavano con il tessuto dell’universo riuscendoci benissimo! In due giorni soli avevamo potuto vedere che lo spazio e il tempo nella rigida percezione che ne avevamo erano una beata illusione. Mentre cominciavamo con la parte pratica del corso, i mentori passavano frapponendo lastre di ferro tra le nostre mani e le persone sui lettini, allo scopo di mostrarci come gli effetti del trattamento fossero immutati anche con un ostacolo del genere. Eric Pearl ci mostrò, attraverso telecamera e grandi schermi, come una persona che stesse ricevendo la Guarigione Riconnettiva continuasse a mostrare i tipici registri, anche se chi stava catalizzando le frequenze si trovava in un’altra stanza… Sto parlando di pratica, cose che ci accadevano davanti con incredibile semplicità e naturalezza.
In quella meravigliosa bolgia compresi per la prima volta che qualcosa era cambiato e l’universo, tramite Eric, stava davvero facendo massa critica. Le frequenze sono per tutti, tutti coloro che si sentono chiamati a conoscerle. Non è più tempo per iniziazioni sul cucuzzolo dell’Himalaya dedicate a pochi eletti e probabilmente è diventato urgente che molti si risveglino. Spesso chi arriva da me e chiede una seduta è una casalinga, un operaio, un’impiegata a cui improvvisamente sono cominciate a succedere cose, cose per loro sacre, destinate a cambiare la vita perché modificano per sempre la visione della realtà.
Oggi un cliente che fino a 42 anni non si era interessato a questo genere di argomenti, mi ha guardato e con due grandi occhi ha chiesto “perché tutto questo sta succedendo a me e non a qualcuno di più adatto?”. Si riferiva ad una serie di fenomeni che avevano allargato la sua percezione della realtà. Questa domanda ha fatto sorgere in me la necessità di scrivere questo articolo e asserire che chiunque si senta attratto dal mondo delle energie sottili è assolutamente adatto ad intraprendere l’esplorazione. Forse siamo come agenti in missione segreta, talmente segreta che fino ad un certo punto non conosciamo neanche noi stessi il nostro mandato! Ma un bel giorno ci ammaliamo e dobbiamo trovare una soluzione, o si ammala una persona cara, oppure ci troviamo a passeggiare in camera da letto fuori dal nostro corpo, oppure, semplicemente un amico ci parla di qualche straordinaria esperienza accendendo in noi una sete o obbligandoci ad ascoltarci. Per perseguire quel desiderio non abbiamo bisogno di passare alcun esame, noi siamo già quello che stiamo cercando e già in comunione con il resto dell’universo. Si tratta solo di svelarlo e di accendere la stessa consapevolezza in chi intorno a noi, è interessato. Una persona alla volta possiamo cambiare il mondo, creando una reazione a catena di guarigione, portare sollievo, gioia e nuove informazioni sul pianeta. È una grande onda e non si fermerà, facciamo la nostra parte anche se ci sentiamo insignificanti e ci sembra di essere troppo “normali”.
Secondo lo scienziato Rupert Sheldrake la nostra coscienza si forma all’interno di un campo di informazioni, detto campo morfico, basato sulla appartenenza di specie e per effetto di fenomeni di risonanza. Di fatto apparteniamo ad una coscienza collettiva interconnessa.
Se un numero sufficiente di individui pratica un cambiamento, ad esempio procurandosi nuove conoscenze e quindi evolvendo e raggiungendo una massa critica, l’intera specie umana farà il salto con loro e riorganizzerà le sue conoscenze e conseguenti modus operandi.
Possiamo quindi immaginare cosa accada quando centinaia di persone in tutto il mondo cominciano a catalizzare maggiore luce ed informazione, come accade a chi pratica Guarigione Riconnettiva, a implementare il loro benessere a tutti i livelli e a “contagiare” il prossimo. La bellezza di quel contagio è che viene portato avanti in due modi: uno è attraverso la capacità di comunicare il cambiamento e le informazioni, l’altro è semplicemente esistendo ed emanando uno stato di presenza e consapevolezza espanso, cioè creando miglioramenti per risonanza all’interno del campo.
Siamo tutti chiamati in questo momento e chiunque sia attratto è il benvenuto.
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